La misteriosa leggenda del DRAGO di BELVEDERE

Il Drago di Belvedere

Il Drago di Belvedere

Il leggendario drago di Belvedere

Hic sunt dracones” era la locuzione latina che i cartografi apponevano sulle loro mappe in corrispondenza di quelle zone del globo ancora inesplorate e sconosciute. Una frase semplice e ad effetto, che descriveva alla perfezione quelle regioni del mondo dove la civiltà non era riuscita ancora ad attecchire. Culle di miti e leggende, dove solo i più impavidi avrebbero avuto il coraggio di spingersi. I draghi, insieme ad altre creature leggendarie, erano i principali soggetti rappresentati sulle antiche carte geografiche.

Non è necessario spingersi ai confini del mondo per poter scoprire storie di passati leggendari e mitici. Infatti, si hanno cronache risalenti al XVII secolo che descrivono la presenza di un drago nel fitto bosco che, un tempo, ricopriva la località di “Belverde” (oggi Belvedere) a sud di Rimini.
Il primo accenno alla leggenda del drago di Belvedere lo si ha nell’opera dello storico Cesare Clementini. In Raccolto istorico della fondatione di Rimino e dell’origine e vite de’ Malatesti, Clementini, oltre a tracciare con gran dovizia di particolari la fondazione e storia della città di Rimini, riporta la presenza di un “Drago, ò Serpente” nel bosco di Belvedere a metà del XIV secolo.

Il drago viene descritto come un vero e proprio flagello, così vorace di uomini da rendere impraticabile il passaggio per la selva. Secondo la leggenda solamente l’intervento dell’esercito Malatestiano, di stanza nel luogo in attesa di riconquistare Rimini, e l’intercessione della Madonna poterono porre fine a questo mitologico pericolo. Ed è così che, nel 1333, dopo una lunga battuta di caccia, l’esercito di Malatesta III riportò l’ordine nella zona e costruì una piccola chiesa dove esporre, come trofeo, le ossa del drago.

Purtroppo, di questa chiesa e dei mitici resti della bestia leggendaria non è rimasto quasi più nulla se non alcune descrizioni. Possiamo solo affidarci ad alcuni documenti, che descrivono l’esposizione delle ossa nei secoli precedenti alla Seconda Guerra Mondiale all’interno della chiesa. Il luogo dove sorgeva fu, nei secoli successivi, teatro di una ben più reale e tragica vicenda. Nel 1944, durante la battaglia di Rimini, la chiesa cedette ai ripetuti bombardamenti e le ossa in essa conservate non vennero più ritrovate. Ancora oggi le sorti di quelle che dovevano essere i resti di un vero drago sono sconosciute. Del drago di Belvedere non rimane che la leggenda.

La Romagna è una terra di leggende e miti, le cui tracce spesso sono confinate solo ai libri di storia. Alcune di esse, però, giungono fino ai giorni nostri, come quella del drago di Belvedere e dell’Atlantide romagnola. Possiamo solo viaggiare con la fantasia quando immaginiamo draghi e altre creature fantastiche, ma per viaggiare in modo fantastico è sempre consigliato affidarsi ai professionisti del turismo.

Nicola Tomelli