Festeggiare nel post-pandemia: una lezione dalla storia.

La Storia si ripete

festeggiare sulla spiaggia

Liberi di festeggiare

Per quanto il Covid e l’ultimo anno possano apparirci come eventi più unici che rari, la storia dell’umanità è piena di epidemie localizzate o con portata globale. Negli ultimi tempi, i recenti avvenimenti sono sempre stati paragonati ai più disparati eventi storici: dalla peste nera del Medioevo alla nefasta Seconda Guerra Mondiale.

Nello sviscerare le disgrazie del passato non ci siamo mai soffermati su come le persone reagirono al termine delle antiche pandemie. Ebbene, ancora oggi possiamo trovare i lasciti delle celebrazioni che seguirono tali vicende. Lunghe giornate di celebrazioni e maestosi monumenti ci ricordano come, nel passato, anche in seguito ad ardui periodi la voglia di vivere la propria socialità possa sempre rinascere.

In questo caso non si può non citare Venezia e la festa del Redentore. Una ricorrenza annuale che, ancora oggi, è festeggiata ogni terza domenica di Luglio con imponenti spettacoli pirotecnici. La festa del Redentore è celebrata da ben cinque secoli. Nella seconda metà del XVI secolo Venezia venne colpita da una tremenda epidemia di peste, che costò la vita a quasi un terzo della popolazione del tempo. Senza alcuna soluzione all’orizzonte, il Doge Alvise I Mocenigo promise di adoperarsi per costruire una nuova e maestosa chiesa purché un’intercessione divina ponesse fine alla piaga che stava flagellando la sua città.
È così che nel 1577 iniziò la costruzione della celebre basilica del Redentore; il medesimo anno, dopo tre lunghi anni, Venezia era finalmente libera dalla peste.
Da quella volta, la città di Venezia continua a festeggiare ogni anno l’avvenuta liberazione.

Si ritrovano anche a Napoli memorie di ciò che rappresentava la fine di una pestilenza per la popolazione. A immortalare per i posteri la grave epidemia di peste che colpì la città partenopea nel 1656 vi è la guglia di San Domenico. Si tratta di uno dei più alti obelischi di Napoli, la cui costruzione fu un ex-voto a San Domenico a cui venne richiesto di liberare la popolazione dalla malattia. Ciò di cui non abbiamo più traccia materiale, ma riportano i libri di Storia, invece, sono i dieci giorni di celebrazioni che pervasero le strade di Napoli. Al termine dell’epidemia, i solenni e formali Te Deum lasciarono presto spazio a cori, balli e fuochi d’artificio che animarono la flagellata Napoli. Una celebrazione della socialità ritrovata e del ritorno alla normalità.

Oggi, grazie ai vaccini e agli sforzi compiuti da tutti, sta volgendo al termine uno dei periodi più bui del nuovo millennio. È ora di pensare a come festeggiare il domani, a come riprenderci la nostra amata quotidianità.

Un passo dopo l’altro siamo giunti all’Estate e un’idea per festeggiare noi l’abbiamo. La spiaggia è il luogo ideale dove potersi divertire in tutta sicurezza, un luogo che offre ogni genere di svago e spettacolo. Dai fuochi d’artificio in riva al mare alle cocomerate sotto l’ombrellone: si trova sempre un modo per festeggiare in Riviera Romagnola.

Nicola Tomelli