Un successo internazionale di umili origini
La piadina è sinonimo di Romagna. Una prelibatezza adatta a tutte le occasioni e per ogni palato. Quando si visita la Riviera Romagnola, è immancabile la sosta a uno dei tanti chioschi che adornano il litorale, pronti a sfornare piadine con le farciture più fantasiose. Con la piadina romagnola possiamo sfogare la nostra fantasia, la si può tranquillamente accostare ai cibi più particolari o utilizzare le farciture più classiche. Uno dei punti di forza della piadina romagnola è sicuramente la semplicità con cui può essere preparata.
Il successo della piadina è relativamente recente, ma la sua storia è millenaria. Anche se non si riesce a determinare precisamente la sua origine, si pensa che la sua creazione sia da attribuirsi agli Etruschi, antica popolazione della nostra penisola. Fino agli inizi del secolo scorso, la piadina romagnola era un cibo preparato e consumato principalmente dalle fasce più povere della popolazione. Non richiedeva ingredienti ricercati, era facile da preparare e anche da consumare.
Oggi la piadina ha raggiunto la fama mondiale, con migliaia di chioschi aperti in ogni angolo del globo. I tentativi di imitazione sono stati tanti, ma la piadina romagnola è riuscita sempre a battere qualsivoglia concorrenza. Prima di addentrarci nella sua preparazione è bene sottolineare che con piadina (o piada) non si fa riferimento a una ricetta ben precisa. La Romagna è, infatti, una regione ampia, variegata e dai confini imprecisi. Nella zona del forlivese si trova una piadina più spessa e con un diametro contenuto, scendendo fino a Rimini la piadina si fa via via più sottile e larga. Spingendosi nel montefeltro (Marche), si trova la crescia, una piadina sfogliata dal sapore più deciso.
La ricetta della piadina romagnola
Ingredienti:
- 500 gr. di Farina 00.
- Bicarbonato.
- 30 gr. di Strutto OPPURE 5 cucchiai di Olio Extravergine d’oliva.
- 15 gr. di Sale fino.
- Acqua tiepida.
La preparazione della piadina è facile e veloce.
Inizialmente si devono impastare farina, strutto (o olio extravergine d’oliva), un pizzico di bicarbonato e il sale in una ciotola. Gli ingredienti vanno amalgamati aggiungendo, in più volte, il quantitativo di acqua tiepida necessario affinché si possa ottenere un impasto compatto.
Una volta ottenuto un impasto compatto lo si deve lasciare riposare per 30 minuti sotto un panno asciutto.
Trascorsa la mezz’ora di riposo, l’impasto va suddiviso in 6-8 porzioni che andranno lavorate fino a fargli assumere la forma di una pallina.
Successivamente ogni porzione va stesa su un piano di lavoro leggermente infarinato e tirata con un mattarello fintanto non raggiunge uno spessore di pochi millimetri. Idealmente una piadina ha un diametro di circa 20 centimetri e uno spessore di un paio di millimetri.
A questo punto ogni piadina è pronta per essere cotta. La cottura va effettuata su una padella antiaderente o un testo per piadine; entrambi devono essere ben caldi, infatti la piadina dovrà cuocere solo un paio di minuti per lato. È importante che la piadina venga ruotata durante la cottura, in modo da ottenere una doratura e cottura uniforme. Durante la fase di cottura si potrebbero formare dei rigonfiamenti, che vanno bucati con una forchetta. La cottura è ultimata quando la piadina assumerà un colore lievemente dorato e presenterà su entrambi i lati le caratteristiche piccole macchie nere.
La piadina può essere farcita in ogni modo, l’unico limite è la fantasia di chi è in cucina. La tradizione prevede, come farcitura classica, l’accostamento di formaggio squacquerone, prosciutto crudo e rucola. Le varianti possono essere tante e ogni chiosco romagnolo ha una sua ricetta o farcitura peculiare. Non possiamo che invitarvi a venire ad assaggiare le piadine più fantasiosa che ha da offrire la Romagna e augurarvi “Buon appetito”.