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Una bella pagina di turismo sociale. Anzi… famigliare!

Tutti assieme, amabilmente

Metti un agglomerato urbano facente parte dell’area metropolitana della città di Torino situato nella cintura sud, frazionato in borgate ed ampie zone industriali. Lì, in una di quelle borgate, alla fine del 1971 gli abitanti sono triplicati passando a 15.927, per poi arrivare a 18.928 nel 1980, con una forte immigrazione, in prevalenza dal Sud; e oggi gli abitanti si aggirano intorno alle 20.000 unità.

Da quell’ambiente, come da altri che gli assomigliano, provengono gruppi di pensionati interessati alle vacanze in Riviera. Un flusso che dura da decenni e che vede come protagonisti e accompagnatori una serie di “personaggi” diventati familiari nell’ambiente turistico romagnolo. E Nadia è parte integrante di questa numerosa compagnia. Lei è giovane e noi, scherzando, l’abbiamo subito classificata come “organizzatrice di vacanze di seconda generazione”. I suoi genitori organizzavano le vacanze in Romagna per conto del Comune, ed una volta terminata quell’esperienza di “turismo sociale” si sono adoperati in proprio per garantire le vacanze a quel folto gruppo di amici che non intendeva rinunciare a quindici giorni di mare e di spiaggia sulle nostre coste. Un periodo spensierato da trascorrere assieme: un appuntamento con un periodo di festa da ripetere ogni anno!

Ma parliamone direttamente con Nadia. Come mai hai deciso di aiutare i tuoi genitori nella realizzazione di queste vacanze di gruppo?

“Per decenni, loro vispi e pimpanti, facevano tutto in proprio; poi con il passare degli anni – mio padre ha raggiunto il traguardo dei novanta! –  hanno iniziato ad avere bisogno del mio aiuto. L’ho fatto, però, con discrezione. Sono stata sempre dietro le quinte a compilare le ricevute, a distribuire i volantini; ultimamente, e precisamente negli ultimi tre anni, vengo anch’io in vacanza con il gruppo: li seguo in tutto, dal viaggio in pullman, alle piccole necessità durante il soggiorno… i nonnini o le nonnine che dimenticano a casa i medicinali e  allora vado subito in farmacia, con ricetta o senza (ormai sono diventata amica della farmacista di Rivazzurra), o li accompagno dalla parrucchiera; ormai sono di famiglia in questa comitiva guidata e accompagnata dai miei genitori. L’ho fatto per affetto, e sono anche quindici giorni che io passo con loro senza la mia famiglia, rimasta a casa: io, mia padre e mia madre come quando ero bambina e andavamo in vacanza assieme; sono due settimane che durante l’anno ci ritagliamo per noi, per noi tre. Ho deciso di impegnarmi perché mi sembrava brutto tagliare tutto, farla finita con un’esperienza significativa per tante persone di una certa età.
Mio padre rinasce in quei 15 giorni, mentre io cerco sempre di rimanere dietro le quinte: voglio che sia papà il protagonista!”

E cosa hai apprezzato nel rapporto con la Montanari Tour?

“Tutto, non c’è niente che non vada. Siete ospitali, e con Bianca, con Maria Antonietta e con Raffaella, che ci segue tutti i giorni, ti senti sicura e tranquilla come a casa!”

Nicola Montanari