Netflix ha invaso la Romagna : i nuovi film e docu-serie

Netflix ha invaso la Romagna

Isola delle rose set Netflix Romagna

La Romagna: un set perfetto per Netflix

In questo momento, nel quale il mondo sembra avvolto in una surreale atmosfera e siamo tagliati fuori dalla socialità e dallo svago, Netflix ha preso sempre più spazio. Per questa società statunitense, operante nella distribuzione via internet di film, serie televisive e altri contenuti, la Romagna è diventata il set ideale per girare film in riva al mare o serie televisive nei posti più incantevoli del nostro entroterra.

La Romagna è stata anche fonte d’ispirazione per la realizzazione di due produzioni di Netflix che hanno le proprie radici in questa terra.

Vi parlo del film L’ISOLA DELLE ROSE che racconta della creazione di un nuovo Stato al largo di Rimini su un’isola artificiale, una nazione che avrebbe avuto una sua lingua, una sua moneta, i suoi francobolli. Tutto ciò, però, venne considerato come una piccola “dichiarazione di guerra”, che spinse la politica italiana a occuparsi in modo serio della cosa. Vengono fatte diverse interrogazioni parlamentari e il 25 Giugno 1968 l’Isola viene occupata militarmente dalle forze dell’ordine italiane. L’11 e il 13 Febbraio 1969 viene abbattuta con l’utilizzo di 2 tonnellate di esplosivo.

L’altra docu-serie che nasce in questa terra è SANPA – LUCI E TENEBRE DI SAN PATRIGNANO, attraverso testimonianze e immagini di repertorio, viene raccontata la controversa storia della comunità di recupero di San Patrignano, fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978 a Coriano, in provincia di Rimini, dal giorno della sua fondazione fino alla morte dell’imprenditore.

L’unione della Romagna e Netflix ha dato vita a produzioni ricercate e amate dagli appassionati di questa terra.

Del film su L’isola delle Rose ho solo dei racconti su quello che rappresentava per la Riviera Romagna e di cosa accadeva su questa nuova nazione al largo di Rimini. Non è possibile conoscere le intenzioni dell’Ingegnere che ha costruito l’isola, sta di fatto che questo è stato e rimane un bellissimo sogno di libertà!

San Patrignano

Per quanto riguarda San Patrignano posso testimoniare qualcosa di più. Io c’ero durante tutto il processo, facevo pratica legale; per molti mesi ho solo osservato e ascoltato. Posso solo dire che c’ero quando si camminava calpestando il fango, quando si aspettava Vincenzo Muccioli la notte di Natale. Si aspettava che ascoltasse e guardasse i ragazzi che attendevano al cancello di entrare in comunità, con gli occhi colmi della speranza di ricominciare a vivere.

Rimanere coinvolti in questo vortice di speranza e richiesta di aiuto è stato inevitabile. Ho così cominciato a chiedermi se anche io potessi fare qualcosa senza pregiudizi. Per 10 anni ho supportato e aiutato gratuitamente i genitori disperati e i ragazzi che volevano smettere di utilizzare quella “sostanza”, che inevitabilmente distrugge fisico, mente e rapporti famigliari.
Un viaggio nella speranza di rinascita che mi ha permesso di conoscere anche altre realtà per il recupero e il reinserimento dei tossicodipendenti, esistenti nel territorio romagnolo, negli anni ’80. Ognuna con un proprio metodo, ma con un medesimo scopo: ridare dignità e restituire alla vita delle persone calpestate da tutti.

Per dieci anni, tre volte a settimana, (circa 1590 giorni) tenevo i colloqui motivazionali nelle varie carceri italiane al fine di constatare la reale volontà di entrare in comunità e iniziare un percorso di rinascita. La Comunità di San Patrignano, essendo tra le realtà più organizzate, aveva l’opportunità di accogliere il maggiore numero di persone.
Un‘esperienza unica che mi ha insegnato a guardare, ascoltare le esigenze e prestare attenzione a ogni richiesta.
Un esercizio d’amore che ho trasferito nel mio lavoro.

Biancamaria Bezzi