Il Vulcano del Monte Busca
Il Monte Busca non è ciò che ci si aspetta. Situato nel bellissimo entroterra Romagnolo, in provincia di Forlì-Cesena, il Monte Busca non è di certo un rilievo montuoso di particolare importanza. L’appellativo di “monte”, infatti, non è una descrizione realistica del luogo. Si tratta di un nome ironico attribuitogli degli abitanti del luogo, i quali hanno deciso di chiamare così la sede del “Vulcano più piccolo del mondo”.
Ebbene sì, in Romagna non si trovano solo lunghe spiagge dorate e brulle colline, cercando bene si può trovare anche un vulcano tutt’ora attivo!
Niente paura però, il vulcano del Monte Busca non ha sicuramente l’imponenza e la maestosità di altri crateri ben più noti come il Vesuvio o l’Etna. Infatti, non stiamo parlando di un vulcano qualsiasi, ma del vulcano più piccolo al mondo. In realtà, la sua dimensione contenuta e le sue caratteristiche geologiche lo pongono nella categorie delle “fontane ardenti“: un fenomeno tipico dell’appennino tosco-emiliano, depositi di idrocarburi, in questo caso di gas metano, fuoriescono dal terreno da alcune spaccature nel terreno; qualora prendano spontaneamente fuoco è possibile assistere a questi peculiari spettacoli “pirotecnici” naturali, che possono protrarsi anche per secoli.
Il “vulcano” del Monta Busca ha una storia molto lunga, più di quanto si immagini. Sappiamo con certezza che la sua fiamma era già ben visibile e vispa fin dal sedicesimo secolo, così come riportato nel libro “Descrittione di tutta Italia” dello storico bolognese Leandro Alberti. Il frate dominicano Alberti, nella sua opera, racconta di <<un buco largo da piedi quattro ov’esce una fiamma di fuoco>>. Da ben quattro secoli, quindi, una rossa fiamma continua ad ardere tra le colline romagnole, dando spettacolo di tenacia e forza. Uno zampillio che ha resistito anche alle diverse perforazioni e analisi susseguitesi nel secolo scorso, atte a cercare giacimenti metafineri nel sottosuolo (con scarsi risultati).
Questa, per i più curiosi e audaci “speleologi amatoriali”, è un’opportunità da non perdere. Una piacevole gita per chi si trova già in Romagna e desidera portare a casa una nuova e curiosa esperienza.
Maria Antonietta Fares